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Gli ultimi giorni sono stati un po’ frenetici e sono davvero
volati. Saigon sinceramente non mi ha fatto impazzire, ma è anche vero che ci
ho passato si e no 6 ore. Giro al mercato notturno alla ricerca di qualche
souvenir, sosta al parco cittadino con musica dal vivo e giro pub, ma solo a
dare un’occhiata…niente birra!
Decido di comprare un tour di 3 giorni sul Delta Del Mekong,
una delle zone + belle del Vietnam, non è di certo regalato, ma per poterlo
fare x conto proprio serve almeno una settimana…che io non ho. Volevo almeno
stare una notte con una famiglia locale, ma tutti mi hanno detto che alla fine
è come stare in albergo perché sono famiglie che ospitano regolarmente turisti,
hanno delle stanze apposta e non è che si possa passare tanto tempo con loro.
Evito quindi di pagare altri 10 dollari!
Il tour va prenotato con anticipo di 2 giorni, quindi mi
resta un giorno per visitare Saigon, decido di saltare la città (che sembra
molto europea, grandi palazzi illuminati, mc donalds, banche e uffici appena
fuori dal centro storico che per fortuna non è ancora stato inghiottito) e di
andare invece a visitare i Tunnel di Cu Chi. Nonostante ovviamente sia una
affollatissima meta turistica, qui si può ancora respirare l’aria della guerra,
tutto sembra assurdamente reale. Un video ci spiega come sono stati costruiti,
sono ben 200 km di tunnel, un lavoro impressionante, e su 3 livelli: il primo e
a 2/3 metri di profondità, il secondo a 5/6 e il terzo quasi a 10. Quest’ultimo
si collega al fiume poteva essere utilizzato come via di fuga nascondendosi sotto
le piante di mangrovia. Geniali.
Possiamo percorrere una parte dei tunnel, una delle +
vicine, + mantenute e + “facili da percorrere” ….ragazzi non oso immaginare
come sono le altre….è possibile percorrere 10, 20 o 50 metri, io ovviamente
arrivo fino in fondo, ma vi assicuro che è talmente umido che non è così facile
respirare. Dobbiamo camminare accovacciati o in ginocchio e in un punto
sdraiarci a scivolare…accidenti alla mia borsa, è talmente grossa che mi
incastro da tutte le parti! Cmq usciamo tutti trafelati e sudati…io davvero non
so come potevano passare dei mesi qui dentro, correre, combattere, curare i
feriti, mangiare e dormire. Ovviamente avevano anche costruito delle stanze,
delle cucine e delle infermerie, ma sono state riprodotte all’esterno perché
sono troppo lontane da raggiungere. Ci vengono fatte vedere anche le trappole
“antinemico” che avevano costruito e delle scappatoie così strette che ci
sfidano ad entrare…io ci riesco x un pelo, ma molti uomini non riescono ad
entrare e noi siamo qui con calma e tranquillità…non stiamo scappando dal fuoco
nemico.
La sera mi preparo per il Mekong, decido di essere molto
basic e lascio lo zaino in ostello. Parto solo con la borsa: il cambio che ho
addosso, un altro cambio, infradito, spazzolino, dentifricio, deodorante e
antizanzare. Fine. Sono molto fiera di me! Very light! ;-)
In tutta l’aerea del mekong ci sono villaggi su palafitta e
bisogna attraversare il fiume in barca x raggiungerli! Bellissimi! Alcuni tour
alternano autobus a barca, io ho scelto quello che ha solo gli spostamenti
principali in autobus e tutto il resto in barca…ho preso 7 barche in 20 giorni
e ne prenderò altre 6 in questi giorni, ma non mi stanco mai! J
Il primo giorno visitiamo il villaggio dove vengono prodotte
le caramelle al cocco, anche qui ovviamente viene fatto tutto rigorosamente a
mano, anche impacchettare le caramelle una ad una. E di nuovo è tutto così
semplice…..ovviamente non passerebbe mai l’HACCP, ma non vuol dire che sia
sporco…anzi!
E’ poi la volta della produzione dei noodles di riso, queste
famiglie sono considerate un pochino + ricche perché i noodles vengono anche
esportati e vengono pagati un po’ di +. Il Vietnam è il secondo esportatore
mondiale di riso….e il primo????No, non è la Cina (che è quinta) ma la
Thailandia. Molto dipende dal clima, nel Mekong viene prodotto circa il 50% del
riso prodotto dal Vietnam, perché grazie al clima tropicale possono fare 3
raccolti l’anno, mentre al nord, a Sapa ad esempio, solo uno. Dopo pranzo
trascorriamo ben 3 ore in barca per raggiungere il nostro albergo, doccia e
giro al mercato notturno…anche di questo potrei non stancarmi mai…e ovviamente
street food!!!!!!!
Il giorno dopo ci infiltriamo nel mercato galleggiante….per
praticità invece di attraccare i venditori di frutta e verdura percorrono semplicemente
il fiume e le famiglie fanno acquisti dalle loro barchette….quasi surreale! Il
mercato + bello, grande e affollato è al confine con la Cambogia, qui siamo a
20 km dal confine, ma ci accontentiamo.
Ultimo giorno, visita alle “fishing farms” sono case su
palafitta sul fiume, ma non lungo la riva, nel mezzo, larghe 20 metri, lunghe
15 che hanno al posto della nostra cantina delle reti enormi in cui crescono i
pesci. L’acqua è alta circa 6/7 metri e coltivano (si dice così’????) circa
60/70 tonnellate di pesce alla volta, che non viene venduto al mercato locale
ma esportato. E’ incredibile come una famiglia, che nulla ha a che vedere anche
solo con la piccola impresa familiare italiana possa esportare un prodotto.
Ovvio che non lo fanno loro direttamente, ma a me riesce difficile immaginare
un rapporto commerciale senza computer, mail, o anche solo fattura cartacea.
I miei piani sono cambiati e invece di prendere la barca per
attraversare il confine e andare in Cambogia prendo l’autobus e rientro a
Saigon. E rieccomi qua…birra finita ed è ora di andare a letto, per affrontare domani un nuovo inaspettato viaggio....
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