Laghi, sigari e vulcani sono le principali attrazioni del
Nicaragua, che è il Paese + esteso del Centro America. 19 vulcani in tutto di
cui 8 ancora attivi e di cui io ne ho scalati 3! Nulla a che vedere con i 37
vulcani del Guatemala…di cui però solo 3 sono ancora attivi.
La mia prima tappa è a Leon, antica città coloniale e punto
di partenza per la scalata a molti vulcani…io scelgo il Cerro negro, non perché
sia una bella scalata, ma per fare volcano boarding! Almeno per una volta, ci
aggiungiamo una parte di puro divertimento senza fatica! Per fortuna partiamo
abbastanza presto, in modo da evitare la calca dei grandi gruppi che arrivano
da lontano e ci accingiamo alla scalata di un’ora, su roccia vulcanica e calda.
La salita non è nulla di impegnativo….ma un caldo!!!! Tra il sole e il caldo
emanato dal vulcano, che è ancora attivo, una sudata!!!!!!!!!!!Arriviamo in
cima e ci godiamo il panorama, davanti a noi, tra gli altri San Cristobal, il vulcano
+ alto del Paese.
Ci vestiamo, sudiamo ancora di + perché sto tutone è
pesantissimo, ci avviciniamo al crinale….iniziamo a farcela sotto e facciamo a
gara per non essere il primo a buttarsi! Ahahahahahahahah. E
poi? E poi…..si scende!!!!!!
Mi sposto a Granada, da cui per mancanza di tempo non vado
alla Laguna de Apoyo…che però risulta essere bellissima e un po’ me ne sono
pentita…ma…bisogna scegliere. Purtroppo non ho tempo x fare tutto! Mi consolo
con una gita notturna al vulcano Masaya, il + attivo, dove si può vedere il
lago di lava nel cratere del vulcano. Saliamo dopo il tramonto, in minivan,
fino alla cima (questo vulcano è molto basso) e quassù ci sono concessi 15
minuti, non di + perché si respirano i gas solfurei (che io ho già sperimentato
al Cerro Negro) e possono essere pericolosi.
Le foto purtroppo non rendono per niente l’idea di quello che si vede ad occhio
nudo. Il cratere è diverse decine di metri sotto di noi, ma si può vedere il
magma muoversi, il giallo fuoco, l’arancione e il rosso/marrone delle onde che
si creano. Uno spettacolo unico. Vengono lasciati salire una decina di veicoli
alla volta per poter evacuare velocemente in caso di sospetta eruzione, ma
sinceramente una volta in cima….ci si dimentica di tutto e si vorrebbe solo
andare + vicini.
Il giorno mi dedico alla visita della città e delle varie
case di produzione di sigari. Dovete sapere che 9 dei 25 sigari migliori al
mondo sono prodotti in Nicaragua. Il tabacco è molto buono e non è così forte
come quello cubano, che quindi viene apprezzato da un pubblico + vasto.
Prossima tappa Isla Ometepe, questa doppia isola di
formazione vulcanica immersa nell’enorme Lago Nicaragua. L’isola è costituita
da due vulcani uniti tra di loro: Concepcion e Maderas. Decido di andare a
piazzarmi in mezzo ai due, in sperduta campagna, o come la si voglia chiamare e
poi in base al tempo decidere cosa fare. Si viene qui x 2 motivi: 1 la natura e
la vista…che sono entrambe magnifiche, 2 la sfida! Concepcion è il secondo
vulcano + alto del Nicaragua e decisamente il + ripido e difficile da scalare…è
letteralmente un’impresa. In molti hanno dovuto rinunciare a causa delle
condizioni atmosferiche, se piove è rischio valanghe, se è nuvoloso è rischio
temporali in vetta, se c’è vento è troppo pericoloso in generale….davanti a noi
sembra esserci una giornata relativamente soleggiata e tranquilla…e allora….SI
VA!
Purtroppo x lui un ragazzo olandese (un po’ topo da ufficio
poverino) è capitato in ostello con me e si è voluto aggregare…giuro che non ho
fatto nulla per spingerlo a farlo, ma forse il mio entusiasmo di x se è stato
contagioso….cmq….è deciso!
5.30 ci troviamo con la guida, prendiamo l’autobus x
arrivare dal lato giusto e iniziamo la scalata dei 1600e qualcosa metri…perché
essendo sul livello del mare, si scala letteralmente dai piedi alla cima. La
guida parte in tromba…al che mi spavento e inizio a dubitare che non ce la farò
mai! Il mio compagno è + lento e la guida glielo fa notare
subito…ahahahahahahahah. Io cmq sono grata degli stop extra x aspettarlo!

Inutile dire il rimbalzo di accuse che la parte del mio
cervello sano fa a quello malato e relative risposte “perché ti sei voluta
imbarcare in questa cosa?” – “perché voglio arrivare in cima” – “non ti rendi
conto che la guida sta letteralmente correndo e tu devi stargli dietro?” – “si
ma ce la posso fare, ce la devo fare” – “domani non cammini…lo sai?” – “sta
zitto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”, insomma con il fiatone, le gambe distrutte e il cervello
in botta….arrivo all’ultimo pendio, il + ripido, con raffiche di vento a tutto
spiano e una salita quasi da arrampicata…e poi ALLA VETTA! Ce l’ho fatta!!!!!
Sono stanca morta, ma soddisfatta!
Nemmeno il tempo di assaporare la soddisfazione…la vista non
si assapora perché la cima è avvolta dalla nebbia, e bisogna riscendere,
rischio temporale in arrivo e olandese da recuperare. Inutile dire che la
discesa è stata tanto difficile quanto la salita, con le ginocchia che
ululavano! Alla fine, grazie allo sprint, ce l’abbiamo fatta in 6 ore e 10
minuti invece di 7 ore! Il mio top da trekking motivazionale spiega tutto : CAN’T STOP, WON'T STOP.
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