Approdo a Quetzaltenango, Guatemala, con ancora un paio di
gradi in meno, ma nonostante tutto vado ad informarmi sui vari Trekking nei
prossimi giorni…
ma il destino mi volta le spalle…o forse mi fa un favore e
tutte le compagnie sono concentrate sul ponte dei santi e non fanno tour di un
giorno, ma solo di 4 o 7….e non mi pare assolutamente il caso, anche perché nel
frattempo dovrei stare qui al freddo 3 giorni a non fare niente….quindi…mi
rimetto in marcia verso il lago Atitlán.
Io mi piazzo a San Pedro La Laguna, paesino molto bello e
tranquillo, attrezzato per i turisti, ma non ancora preso d’assalto. Da qui si
può scalare il vulcano San Pedro, sull’Indian Nose, una montagna che ha la
forma del profilo del viso di un indiano, fare una passeggiata a cavallo
attraverso le piantagioni di caffè, kayak, visitare i vari paesi ecc. Dopo una
prima giornata passata a gironzolare per le vie del paese, decido per la
scalata (ripida ma breve) dell’Indian Nose, sveglia alle 3, partenza alle 4,
arrivo in cima alle 5.30 e attesa dell’alba…spettacolo unico, il vulcano Fuego
in lontananza ci regala un eruzione incredibile mentre il lago piano piano
prende vita e colore. A stare quassù si congela, ma ne vale assolutamente le
pena.
E qui è evidentemente dove il destino mi stava spingendo….mi
sono innamorata all’istante….bellissimo, colori fantastici, paesaggio
mozzafiato, montagne, vulcani, acqua, tanto verde, tanto blu, tante passeggiate
+ o – impegnative e ben 7 villaggi affacciati sul lago.

Rientro con ancora tutto il giorno davanti che decido di
passare a Santiago, il paese più grande e antico del lago, celebre soprattutto
per essere la casa del Santo Maya Maximon. La sua leggenda non è molto chiara e
nonostante il suo culto non sia approvato dalla Chiesa, e qui le persone siano
in realtà molto religiose, Maximon viene ancora venerato. E’ rappresentato da una
statua di legno chiaro, molto bassa, un uomo che fuma un sigaro. La statua
viene spostata di anno in anno in una casa del paese e l’effige è costantemente
controllata da due membri della fratellanza che passano le offerte dai
visitatori al Santo. Chi viene a chiedere fortuna, buona salute, un matrimonio
felice solitamente dona sigari, candele o tequila. La foto l’ho presa da
internet perché non ho pagato per poterle fare.
Altro giorno, altro giro…oggi giro in barca per visitare
altri 3 paesi del lago. Primo San Marcos, diventato la Mecca dello yoga, della
meditazione e della ricerca del contatto con la natura…appena arrivo capisco perché…si
sente solo il rumore del vento, delle foglie e del cinguettio degli uccelli. Il
paese è formato da 3 strade che si intersecano, qualche casa, una scuola, la
chiesa e il campo da calcio + ostelli e centri di meditazione, che suppongo
siano gestiti da stranieri. Qui c’è anche una riserva naturale molto bella, che
offre una passeggiata, un paio di belvedere e un trampolino da cui lasciarsi
nell’acqua limpida del lago.
Passo poi, sempre in barca, a Jalibaito, un paesino di forse
1 strada…dove semplicemente attracco per fare il sentiero che su e giù dalla
collina porta al paese successivo: Santa Cruz. Il sentiero di per se non è che
sia la fine del mondo, ma offre delle bellissime viste del lago e dei vulcani.
Arrivata mi godo una merenda con vista Vulcano Toliman e Atitlan e cerco di
rientrare prima del solito acquazzone pomeridiano…ce la faccio x un pelo.
Sabato è ora di attraversare completamente il lago ed
arrivare a Panajachel, paese + turistico e con molte + vie di accesso per
spostarsi nella regione. Non mi fa impazzire, infatti resto un solo un giorno e
domenica via…verso uno die mercati di artigianato + famosi di tutto il Centro America:
Chichicastenango. Un tripudio di bancarelle, colori, stoffe, voci, tradizioni.
Mi aggiro tra le bancarelle comprando qualche souvenir e ammirando tutte le
cose che x fortuna non posso comprare perché troppo grandi o pesanti! Viaggiare
con lo zaino a volte si rivela MOLTO utile!
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