sabato 11 ottobre 2014

MONGOLIA DAY 2 SEMI GOBI


Ore 8.30 partenza per il tour, i nostri accompagnatori sono Oniha la guida e (forse non sapremo mai il suo nome, infatti così è stato) l’autista. Molto gentile e piena di attenzioni lei, molto votato al suo van lui.


 
Inutile dire che abbiamo tutto lo spazio che ci pare perché il van è da 6 e noi siamo in 2, saliamo e ci prepariamo alla traversata di 5 ore che ci separa dal semi Gobi…quanto ci vorrà per arrivare al Gobi vero e proprio????? Oniha ci da subito delle delucidazioni sulla vita in UlaanBataar e quella da nomadi, ci spiega cosa faremo durante la giornata e ci spara un sacco di numeri sulla grandezza e popolazione della Mongolia, mentre il nostro autista gareggia nell’assurdo traffico cittadino.
Dovete sapere che qui alle persone piace andare forte, frenare all’ultimo secondo, partire a razzo quando il semaforo sta x diventare verde, guai a voi se aspettate che sia verde, strombazzamenti nemmeno fosse un matrimonio! E non importa se hai un bolide o un catorcio o se grande e grosso o minuscolo, l’importante è andare veloce!

 


Scopriamo presto che vale la stessa regola anche fuori città dove non importa se la strada è dissestata, piena di buche, interrotta, sterrata, se ti attraversano le capre o i cavalli, l’importante è andare, andare e non fermarsi! Anche gli animali l’hanno capito che rischiano grosso, sono talmente abituati che ormai si spostano anche solo che gli strombazzi…per fortuna…perchè io + di una volta ero certa che avremmo fatto strike! Ah…dimenticavo un dettaglio….non stiamo percorrendo l’ultima sfigata delle strade di campagna…ma la strada + importante che collega il centro della Mongolia al Sud. Una specie di autostrada a livello di importanza, perché a livello di struttura non rasenta nemmeno il livello della strada di paese. Regola n. 1 per guidare in Mongolia non vi azzardate a rallentare, svoltare o peggio ancora parcheggiare perché questo comporterebbe il rallentamento del mezzo dietro di voi, il + grande affronto che si possa fare ad una persona in questo Paese, con conseguente strombazzamento feroce a catena. Potete invece tranquillamente fare tutto il viaggio nella corsia opposta perché ci sono meno buche e rientrare nella vostra solo quando la cosa vi aggrada e cioè all’ultimo nanosecondo, l’autista del mezzo di fronte a voi capirà benissimo e non muoverà nemmeno un muscolo.


Solo 2 corsie, niente corsia di emergenza, niente segnaletica, ma proprio di nessun tipo, tipo nemmeno per indicare in quale città sei…ed è qui che scopriamo che Ulaanbaatar è l’unica città mongola…tutto il resto è diviso in regioni che hanno solo villaggi il cui nome non merita di essere menzionato. Villaggi composti di solito da 2° case abbastanza vicine, una stazione di servizio e una taverna con annessa toilet (segue spiegazione + dettagliata) sul ciglio della strada e non so bene quante gher sparse nei km precendenti e successivi. Dal mio punto di vista i villaggi fanno veramente schifo, meglio vivere isolati dal mondo in una gher tutta la vita!



Toilet : la cosa è abbastanza divertente….quando la nostra guida dice “I go to the toilet” oppure “if you need there is a toilet” non significa che siamo arrivati all’autogrill o che c’è un bagno chimico nascosto da qualche parte, ma letteralmente qualunque posto in cui si possa fare la pipì, che può andare, nella migliore delle ipotesi,  dal casottino di legno con porta, al fosso lungo la strada, dall’albero al cespuglio, dalla pietra al buco in mezzo al campo. Spero che stiate mangiando….il casottino di legno, voi direte, non sarà tanto male…e invece….altro non è che un buco in terra coperto da 4 assi che lascia uno spiraglio tipo turca rivestito da 4 pareti di legno e una quinta che fa da tetto. Quando va bene, perché altrimenti sono solo 3 alla faccia della privacy.

Insomma, dopo essere state alla toilet, il nostro autista in un punto imprecisato del nulla devia a sinistra e si immette in una strada sterrata…ho fatto una foto x farvi capire meglio…la strada sterrata sono quelle due linee in mezzo all’erba e alla terra che hanno lasciato i van prima di noi. Questo non è ovviamente un motivo valido per ridurre la velocità e noi dobbiamo tenerci per cercare di non finire per terra.



Non si sa bene come, ma arriviamo sane e salve all’accampamento della famiglia che ci ospita composto da 3 gher : quella in cui vive la famiglia, la cucina estiva che ora è riadattata a deposito/dispensa e quella per gli ospiti. Bellissime, niente da dire. Nella nostra ci sono solo 5 letti lungo i lati, un divanetto, un tavolino e la stufa centrale che ci consentirà di sopravvivere.

Visto che è caldo e non c’è molto vento partiamo subito per il giro a cavallo. I cavalli sembrano poco + che dei pony, le staffe sono così corte che quando scendiamo dobbiamo sgranchirci le gambe e la sella è così dura e stretta (è di legno è alta almeno 15 cm sia davanti che dietro) che per soli 12 secondi al trotto sentirò l’interno coscia indolenzito x 2 giorni, ma il paesaggio è magnifico...passeggiamo tra la steppa e le dune da cui possiamo ammirare la vastità del territorio. Non ci lasciano portare le macchine fotografiche perché non sono cavalli addestrati a seguire un percorso e dobbiamo quindi guidarli senza avere cose tra le mani. Peccato, ma almeno è realistico! Alla fine cmq una domanda rimane…ma un uomo di media statura…come farebbe?????



Rientrate dal giro a cavallo, ci riposiamo per una mezzoretta, ci offrono il latte fermentato di cavallo, specialità del luogo, dicendoci di berne poco perché il nostro stomaco non è adatto e potrebbe causarci qualche dolore…approfitto di questo consiglio per non andare oltre al millilitro visto che il gusto + simile che mi viene in mente a cui paragonarlo è una mozzarella scaduta…frizzante, acido e salato al tempo stesso.

Dopo aver testato anche la toilet locale (un buco in terra con 4 assi messe sopra e 2 laterali + un panno svolazzante x la privacy in direzione della gher…tanto dietro non c’è niente se non km quadrati di steppa….che vuoi che ti veda??????) siamo pronte per il giro in cammello. Qui tutto molto + facile, dobbiamo solo non cadere, veniamo “trainate” dall’uomo di casa a cavallo, così possiamo fare qualche foto. Ci addentriamo un pochino di + tra le dune e non posso fare a meno di chiedermi come sia il deserto “quello vero” in cui vedi solo sabbia sabbia e ancora sabbia tutto intorno a te.
 
 
Dopo questa esperienza, molto + confortevole, andiamo in cucina ad aiutare la donna di casa a preparare la cena. Ravioli di carne fritti. L’impasto è composto di sola acqua e farina e il ripieno è carne con cipolle, aglio e qualche erba. Il risultato è il pasto + buono che abbiamo fatto fin’ora. Ce li spazzoliamo praticamente tutti, questa è la nostra cena, la famiglia mangerà altro anche se non ho capito perché.

Visto che sono solo le 20.30 e tutti vanno a dormire decidiamo di guardarci un film alla fine del quale abbiamo finalmente la tanto agognata occasione di andare alla toilet di notte. Cicchi ti ricordi che mi serviva la torcia frontale? È stata indispensabile come immaginavo! ;-)

Approfittiamo della scorazzata notturna per raccogliere qualche ramo e pompare per bene la stufa, visto che normalmente va a sterco di cavallo. Si…il combustibile è sterco di cavallo seccato al sole…semplice, gratis, funzionale...e non puzza! Eccolo!
 
 

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